Pubblicato da: ruotenelvento | novembre 3, 2011

DAL 2012 IL KITESURF E’ IN FEDERVELA

Allievi in Optimist e atleti del kiteboarding categoria Race insieme davanti alla LN di Ostia lo scorso settembre (foto ruotenelvento)

Il 1 gennaio 2012 vedrà il kitesurf passare dalla Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard a Federvela dopo il primo anno di attività di Classe Kiteboarding Italia, l’associazione di classe che riunisce e tutela gli atleti di questo sport e che sta adattando alla nostra realtà i regolamenti internazionali.  Il trasferimento di competenza avverrà al termine di una stagione entusiasmante che ha laureato campione Race Giovannelli davanti a Marcis e Santoni, mentre Riccardo Nobile e Alice Brunacci (iridata anche nella race femminile) si sono imposti nel kitecross, una spettacolare forma di slalom – anche con ostacoli da saltare – che si svolge principalmente downwind.  Giacomo Barbieri è stato il migliore nel freestyle insieme ad Alice Brunacci e Jacopo Cantini (junior) e proprio questo fine settimana a Torvaianica (RM) si svolgerà la prima tappa Wave.

ruotenelvento parla di questo lavoro complesso e impegnativo con Michele Galifi Cerquetti, segretario di Classe Kiteboarding Italia, uno degli sportivi che maggiormente si è impegnato per dare una solida struttura organizzativa a uno degli sport velici più appassionanti e in espansione.

– Chi è Michele Galifi Cerquetti? Quando hai cominciato ad interessarti al kiteboarding

– Medico chirurgo specialista in odontostomatologia. Nato nel ’58. Ex campione della prima classe di tavole windsurfer alla fine del ’70. Kiter dal ’98, colpo di fulmine alle Hawaii, allievo di Flash Austin.

– Ero presente alla tappa Race a Ostia e l’impressione è stata molto positiva. Un bilancio di questa prima stagione di Classe Kiteboarding Italia?

E’ stato fatto un buon lavoro grazie agli atleti ed ai tecnici della Federazione scinautico e wakeboard. Sono due anni che lavoriamo in stretto contatto con la Federazione Vela e con i loro giudici ed esperti, diciamo che Ostia è stata la tappa della consacrazione dello sport. Ma non si possono dimenticare le altre discipline il nuovo e brillante kitecross (il gioco del futuro) lo storico e affascinante freestyle e il meraviglioso wave riding (ora il campionato italiano). Siamo il frutto di una meravigliosa passione sportiva! Tutti dico tutti fanno veri miracoli, atleti e ufficiali di gara.

– Secondo te dove in quali settori ci sono i margini più ampi di miglioramento per la prossima stagione?

– Il giovanile! Bisogna lavorare sui giovani! Loro amano il freestyle e troveranno nel kitecross il giusto assaggio delle discipline di regata. Il freestyle è storicamente il bacino a cui le discipline di regata attingono.

– Qual è stata la ragione per la quale finalmente la Federvela vi accolto tra le sue discipline dopo l’ingresso in FISN/FISW, ingresso che da molti è stato percepito come una forzatura?

– Non è stata una forzatura. Tutti avevano le loro ragioni, non dimentichiamoci che una delle nostre discipline sposa il wake-style e i nostri atleti sovente si allenano con il wake ed il cable. La questione è che Isaf non ha accettato di vedere la disciplina assegnata ad una federazione che non fosse la FIV, e lo statuto ISAF non prevede il riconoscimento di una doppia federazione nazionale. Quando il CONI aveva deciso di assegnarci alla FISW la questione non era a quale federazione noi venivamo assegnati ma come dovevamo gestire l’attenzione e l’importanza che il CONI ci attribuiva. Molti hanno visto il dito e non la luna.

– In tutto il lavoro che è stato fatto immagino che anche la traduzione in italiano della normativa IKA non debba essere stata proprio una passeggiata di salute…

– Un lavorone! Quello che era più delicato era toccare un testo sotto copyright internazionale ISAF. Abbiamo integrato le regole dell’allegato BB al regolamento tradotto da Federvela con l’aiuto del meraviglioso giudice Alessandrello e della traduttrice giudice Bazzoni. Alla fine il testo ha passato il severo controllo dei vertici Federvela, anche se è in continua evoluzione ora esce un nuovo allegato. Quello che è rivoluzionario, ma non solo per il kite, è il regolamento kitecross con la modifica della 18 [quella del passaggio alla boa e agli ostacoli che prevedono spazi e ingaggi ben dterminati, ndr]. Esiste una radicale tendenza a valutare in maniera diversa tutte le derive che viaggiano a velocità sino a dieci anni fa impensabili.

– Per quanto riguarda le tavole di serie per la categoria CKI che ha suscitato più interesse, la Race, quali saranno le novità per il prossimo anno? Stesso limite di esemplari costruiti? Ci saranno dei limiti alla possibilità di intervenire sulla tavola durante la stagione?

– Io credo molto nel kitecross! Spero che la Federazione Vela ci permetta di assegnare due titoli uno per la categoria open (senza limiti di stazza) ed uno per la categoria bidi. Il race da un lato tende a diventare la formula uno del kite, dall’altro è da valutare l’impatto che avrà l’usato, non penso che le tavole 2012 saranno così differenti dalle 2011, forse le pinne più flessibili. Le vele dovrebbero rimanere più o meno le stesse. Le velature grandi hanno una durata di almeno due anni. E’ ovvio che i primi cinque atleti si presenteranno con attrezzature al top ma c’è sempre lo spazio per le sorprese. Da quello che so hanno abbassato il limite di tavole necessarie per avere il placet IKA (costruzione minima 30 tavole) e che il tempo dalla registrazione alla possibilità di utilizzarle in gara è passato da uno a due mesi questo per stabilizzare il mercato. Ma aspetto le disposizioni finali della classe.

– Si è avvertita una certa difficoltà nel trovare strutture in grado di ospitare regate titolate, il che depone anche a favore della serietà nei criteri di selezione. Novità nel calendario 2012?

– I criteri sono selettivi, devono essere selettivi! A tutela degli atleti, ci sono dei termini ed un contratto da rispettare. Con l’ingresso in Federvela abbiamo però la possibilità di attingere ad un bacino enorme. La verità è che i circoli del kite storicamente sono più orientati verso la didattica piuttosto che l’agonismo, con FIV le cose cambieranno molto. Non posso fare a meno di ringraziare le scuole di tutta Italia che con il loro contributo hanno sostenuto gli atleti.

– Avete qualche cifra su quanti praticanti di kitesurf ci sono in Italia?

– I soci della FISW sono 4000, ma i numeri dei club del Garda e del Lazio fanno paura! Penso che superiamo i diecimila. Esiste una differenza tra i duri e puri e i kiter della domenica ma il giro di vendita degli aquiloni fa pensare a questi numeri.

Con l’ingresso in FIV immagino che ci saranno anche delle novità che in una nebulosa di acronimi tutti col K metteranno un pò di ordine per quanto riguarda i corsi e gli istruttori. Cosa succederà in questo settore cosi importante?

– Il vero mercato è quello della didattica per maestri, argomento scottante e delicato. Con corsi istruttori che prezzano dai 500 agli 800 euro in una situazione di crisi economica, la possibilità di offrire e guadagnare un lavoro è molto importante. Quello che va sottolineato è che le FSN(federazioni sportive nazionali) FISW e FIV seguono i criteri delle Sistema Nazionale Qualifiche Coni e che rilasciano il brevetto di istruttore sportivo con albo e registro istituzionale. L’istruttore FIV è orientato verso la formazione non solo sportiva ma anche educativa e pedagogica, con l’orientamento specifico verso l’agonismo, insomma parliamo di una tradizione che ha più di cento anni. Chi conosce le regole di regata e di gara siamo noi, ricordo che la parte seconda del regolameto RSS è l’unico documento inetrnazionale che dà regole comuni alla navigazione con il kite. Gli altri ben vengano avranno degli indirizzi più specifici al primo approccio ed alla introduzione allo sport, si può collaborare nel rispetto reciproco, certo è che se si comincia a parlare di sport vero penso che il gap con la Federvela è incolmabile. Di sicuro non si diventerà istruttori FIV ex novo in tre giorni! Sarà un percorso duro e selettivo i migliori sono i benvenuti!

Mario Calbucci, campione italiano race e kitecross junior (foto ruotenelvento)

– Come affermavi anche tu, senza giovani le cose non vanno avanti. In questa prima stagione Mario Calbucci si è comportato magnificamente, vincendo la classifica junior  race e kitecross con ottimi piazzamenti nell’assoluta. Cosa avete in programma per incentivare le nuove leve?

– Arianna Cau ha spopolato al Garda, vincendo molto, parliamo di regate con quaranta e passa atleti! I ragazzi del freestyle fanno faville e sono giovanissimi e poi abbiamo il meraviglioso Cozzolino. In Federvela c’è storicamente una particolare attenzione ai giovani. Io credo molto nel freestyle e kitecross come discipline propedeutiche.

– Dare un’occhiata a cosa succede negli altri Paesi è stata d’aiuto? Chi sono i punti di riferimento internazionali come struttura organizzativa della disciplina?

– Noi siamo affiliati dal 2009 alla classe internazionale IKA e membro del consiglio internazionale e tesoriere è l’italiano Babini. IKA a sua volta delega alcune associazioni per l’assegnazione di alcuni titoli, per esempio PKRA per il mondiale freestyle. Dobbiamo crescere, la differenza è soprattutto nel race. Le risorse sono limitatissime e la crisi non aiuta.

– Tre anni volano in un attimo, poi c’è Rio e il debutto olimpico. Pensierini? Sogni?

– Cross finger!!! Bisogna ancora aspettare un po’. Di sicuro essere in odore olimpico da una sensazione forte! Nell’84 partecipai alle selezioni preolimpiche per Los Angeles come atleta di windsurf ora…..sono passati quasi trent’anni, una vita!

– Intanto, prossimi appuntamenti? Prevedete un Campionato Invernale come nella più sana tradizione velica?

– Invernale a Talamone presso il TWKC con tappone finale a marzo…pinguiniamo!!!!


Risposte

  1. […] sotto l’egida della Federazione Italiana Vela (ruotenelvento ne aveva ampiamente scritto qui). Prime boe il 14 e 15 aprile a Scauri, in provincia di Latina, seguendo un calendario che trovate […]


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