La diffusione delle ancora confuse notizie sulla distruzione dei manoscritti di Timbuctù ad opera dei salafiti in ritirata sotto la pressione delle forze francesi e maliane mi ha fatto tornare in mente quello che invece fecero due velisti di terra italiani per la conservazione di queste preziose, rare e fragili eredità culturali. Non fu in Mali, ma in uno Stato confinante, la Mauritania. Siamo nel 2000, insomma in quel periodo nel quale gli Italiani in carro a vela fanno spesso e con onore parlare di sé, prima con Bianchetti che conquista il 4. posto nella Transat des Sables e poi, appunto, con il Fly Shuttle 2000.
Mauro Melis e Alessandro Bertagna attraversarono il deserto in carro a vela per portare a Chinguetti degli speciali contenitori a ph neutro indispensabili per proteggere dalle difficili condizioni desertiche i circa 3000 manoscritti (i due ovviamente non viaggiavano con migliaia di contenitori, la loro missione era simbolica, chi assisteva portava il grosso) conservati in quell’Oasi che fu un importantissimo crocevia del Sahara Occidentale. Il Fly Shuttle era molto più simile a un catamarano che agli yacht che dagli anni Sessanta, grazie all’iniziativa del Colonnello Jean de Boucher e soprattutto di Christian Nau, avevano cominciato a solcare quelle stesse sabbie. L’equipaggio non naviga in posizione centrale ma può sistemarsi su delle ali che emergono dallo scafo, l’albero è strallato e porta una vela dalla gagliarda metratura (le cronache parlano di 16 m2, mi sembrano un po’ troppi). L’impresa fu sostenuta dal Comune di Lerici e dalla Shuttle, una società che si occupava – forse qualcuno ricorda il logo su di un casale sulla Roma-Firenze – di sistemi di archiviazione. I due ragazzi liguri – da sempre molto impegnati nel sociale: Bertagna attivo in diverse campagne del WWF, Melis insieme alla comunità di recupero di Don Mazzi iniziò alla navigazione un gruppo di tossicodipendenti, esperienza dalla quale nacque il libro Canne di bamboo – del resto si erano talmente intrippati con il landsailing che sulla rivista Bolina uscì un annuncio a pagamento della loro Sail Adventure che alla normale Scuola Vela aggiungeva i Corsi di Guida Velieri Terrestri.
Enrico Azzini per ruotenelvento
Vagando in Internet ho scoperto queste pagine che ho molto gradito. E mi hanno portato indietro nel tempo… Grazie
Mauro Melis
By: Mauro Melis on gennaio 13, 2015
at 4:58 PM
Ciao Mauro! Grazie a te per quello che hai fatto. E’ stato un momento irripetibile – sostanzialmente per motivi geopolitici – ma se hai in mente iniziative simili tienimi aggiornato. Ciao – Enrico
By: ruotenelvento on gennaio 14, 2015
at 8:13 am