Pubblicato da: ruotenelvento | marzo 30, 2017

IL LONGBOARD COME PARTE DELLA CITTA’ #3 – DA UNA ALL’ALTRA, LA TAVOLA IN VIAGGIO

Torino, dogtown e balon. Il capoluogo piemontese è una delle città ideali per il longboard, begli spot flat o di pendenza, poco traffico, comunità numerosa e sempre in fermento

Formidabile attrattore, lo skateboard permette di conoscere gente. O perché desta curiosità – soprattutto in mano ad un geezer – o perché puoi muoverti con lucida premeditazione verso luoghi dove sai c’è una bella situazione.

Tra coloro che vivono la tavola senza abbandonarla mai ecco Giuseppe Pettini, al Green Skate Day 2016 da Barcellona Pozzo di Gotto (ME) in pullman fino a Roma per divertirsi, conoscere nuovi riders e aggiudicarsi il contest per l’hippy jump

Il fatto di dover camminare per forza con i cani per lavoro ha un po’ annoiato del passo. Ora, trovare un’alternativa per i brevi spostamenti era piuttosto facile. Con l’unico e assoluto scopo di spostarmi da ‘sto famoso punto A a ‘st’altro famoso punto B, nella più intransigente fede nella forma che segue la funzione mi sono costruito le due tavole che sono poi quelle che utilizzo con maggior frequenza. Sono due drop through piatte, una 31″ e una 23″. Sono piccole, comode, hanno la maniglia e le porto ovunque. La 23″ la posso infilare dentro qualsiasi zaino sui 30 litri.

India-Lavinio, 24″dal treno

L’unica accortezza per evitare di danneggiare il fondo dello zaino con l’estremità della tavola – o in questo caso con la parte che ospita il pivot cup, dal momento che per sfruttare ogni mm il truck è completamente a sbalzo – è quella di preparare una base in polistirene. Poi è sufficiente un pezzo di spago per impedire alla tavola di muoversi.

L’annuale rito di consumo di junk food al cospetto dell’indifferente uretano della dogtown, Torino Porta Nuova

La tavola te la rotoli sotto i piedi seduto arancione in metro, ti ci sostieni titillando il dado del king pin mentre aspetti in banchina e alla fermata, la infili su una cappelliera da orient express, la appoggi al tavolino mentre ti mangi le monnezze al fast food, quando tutti stanno zitti zitti fai scorrere il dito sulle ruote e senti i Reds che fanno frrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.

Consapevolezza di un piacere? Pragmatismo della mobilità? Sottocaricare una città che ha già i bei cazzi suoi? Poseraggio? Narcisismo patologico? Il gusto più infantile che ideologico dell’épater le bourgeois? Sì, infatti: tutte queste cose insieme: un potere della tavola è proprio COAGULARE.

(testo e foto di Enrico Azzini)


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