Da una settimanella la gente che mi guarda con il long sotto braccio – non giro nel traffico, ho verificato ostilità agli incroci – lo fa con una tenerezza nuova, diversa dalla precedente espressione di compatimento che si può indirizzare ad un minus habens/fannullone. Il cambiamento sarà senz’altro dovuto allo spot Vodaphon 4G – Regalo e downhill e questo provoca in me quasi un senso di vergogna.
Ma poteva anche andar peggio. Apro un Io Donna (un inserto del Corriere della Sera, 25 ottobre 2014) e addirittura mi ritrovo uno skate su entrambe le pagine, p. 246 e seguente. In genere lo skate finisce in cronaca come metonimia di qualcosa di sbagliato, di un problema adolescenziale. So che le cose non cambiano mai veramente, e che al massimo la tavola raggiunge un picco per collassare dopo un paio d’anni (ora cos’è? novembre? parte la fotta del dh in long, raggiunge il climax a primavera/estate 2015, poi a ottobre Vodaphon lancia il nuovo spot protagonista lo zorbing e tutti a rotolarsi in una palla trasparente). Comunque: lo skate che più incontra l’occhio è una pubblicità a tutta pagina: c’è una tipa con i tacchi. Ora non si capisce bene cosa sia successo: se le sono venuti i calli perché si ostina a fare i backside flip trick con delle scarpe da donna col tacco color senape oppure se è in realtà una skater – forse anche una pro – e fare skate con i calli è un po’ come farlo con delle scarpe da donna con i tacchi, color senape; oppure anche altro. Nella pagina precedente, invece, lo sguardo è attratto da un ragazzo sullo street con una videocamera, poi legge il titolo: Un video… sulla mia pelle. Cioè: penso che uno se l’arrischia e che il pezzo parla di clip che i giovani fanno su quello che conoscono e gli riesce meglio, tipo appunto lo skate. Mi dispiace: è solo l’annuncio di un concorso per testimoniare come si vive con la psoriasi: c’è tempo fino al 20 febbraio 2015.
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